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Brief info

Nata a Orzinuovi (BS) nel 1981. Diplomata all'Accademia di Belle Arti di Brera nel 2004, inizia una promettente carriera che la porta ad esporre in Italia e all'estero in importanti collettive e personali, da Milano a Venezia, dalla Germania all'Inghilterra, dalla Spagna agli Stati Uniti, dal Giappone alla Cina, dal Libano al Messico , ed in ultimo in Slovacchia a Bratislava. Già nel 2007 con la mostra Inside, nella sede di L.A. inizia a riscuotere i primi successi ed è nel 2008 con la mostra Nidi di Nodi di Bu nella sede mantovana della galleria Bonelli che riceve apprezzamenti dai critici d’arte e collezionisti. Nel 2009 espone alla mostra Fall Forward alla Sara Tecchia Gallery di NYC, dove parte delle opere esposte erano state presentate già nel 2007 alla mostra Why Can't We All Just Get Along? e alla mostra Drawings presso la Pablo's Birthday sempre a NYC. Nel 2014 viene accolta presso The Swatch Art Peace Hotel, una prestigiosa residenza d’artista a Shanghai in Cina, ed è nel 2015 che ottiene la residenza Alia a Beirut, in Libano. Per l’artista sarà, l’anno di confronto con due culture profondamente diverse: quella orientale e quella araba. Da li a poco l’invito a Dusseldorf, in Germania, dove le viene dedicata una personale Dark Venice presso la TZR Gallery.
Nel 2017 la personale MoonZoo da GildaContemporary a Milano, Silk, La via della Seta, Ex Filanda Meroni, Soncino CR, Cucirsi la Vita Addosso, Asilo Macro, Museo Macro di Roma ed Eroina, CT Gallery, Bratislava, Slovacchia . Nel 2019 inizia a sperimentare la ceramica raku in Messico presso la residenza El Gallo Estudio de Arte.
Nel 2019 partecipa ad un progetto al MACRO di Roma a cura di Stefania Giazzi dal titolo Cucirsi la vita addosso. Li inizia la sua sperimentazione di stampe serigrafiche su abiti.
“Attraverso i cliché l'artista gioca sul doppio binario dei significati.
Stampandoli sui tessuti torna a reinterpretare gli stereotipi dell'immaginario in cui la donna è stata
re-legata. Deride e destruttura i luoghi comuni ed attraverso l'iconografia trasforma i vecchi indumenti, facendo emergere diverse sfaccettature della personalità.
L'eccesso e la denuncia del consumismo compulsivo sono la cifra che contraddistingue l'opera di Elena Monzo.
L'azione dell'artista è di riappropriarsi del tempo attraverso il recupero. Gli abiti sono il mezzo per depositare i suoi fantasmi femminili, la visione di Occidente ed Oriente mescolati in un incrocio caotico in cui nessuna identità è più garantita.” Cit. Stefania Giazzi

I prodotti di Elena Monzo